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venerdì 16 marzo 2012

Max Gazzè - Il solito sesso


[2008]

Il solito sesso

Ciao, sono quello che hai incontrato alla festa,
ti ho chiamata solo per sentirti e basta…
si, lo so, è passata appena un’ora, ma ascolta:
c’è che la tua voce, chissà come, mi manca.
Se in quello che hai detto ci credevi davvero,
vorrei tanto che lo ripetessi di nuovo.
Dicono che gli occhi fanno un uomo sincero,
allora stai zitta, non parlarmi nemmeno.
Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso.
Perché, sai, non capita poi tanto spesso
che il cuore mi rimbalzi così forte addosso,
ed ho l’età che tutto sembra meno importante,
ma tu mi piaci troppo e il resto conta niente.
Dillo al tuo compagno che ci ha visti stanotte:
se vuole può venire qui a riempirmi di botte.
Però sono sicuro che saranno carezze,
se per avere te almeno un pochino servisse.
Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso.
Chiuderò la curva dell’arcobaleno
per immaginarlo come la tua corona,
e con la riga dell’orizzonte in cielo
ci farò un bracciale di regina
ma se solo potessi un giorno
vendere il mondo intero
in cambio del tuo amore vero.
Sai, qualcosa tipo “cielo in una stanza”
è quello che ho provato prima in tua presenza.
Dicono che gli angeli amano in silenzio,
ed io nel tuo mi sono disperatamente perso.
Sento che respiri piano in questa cornetta
maledetta, mi separa dalla tua bocca.
Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso.
Correrò veloce contro le valanghe
per poi regalarti la fiamma del vulcano,
respirerò dove l’abisso discende
e avrai tutte le piogge nella tua mano
ma solo potessi un giorno
vendere il mondo intero
in cambio del tuo amore vero.
Posso rivederti già stasera?
Ma tu non pensare male adesso:
ancora il solito sesso.
Ora ti saluto, è tardi, vado a letto…
Quello che dovevo dirti, io te l’ho detto.